Giovedì, 25 Aprile 2024 16:51

Rilettura del film Elliott il drago invisibile

Pubblicato in Cinema
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Entrambe le pellicole sono basate su un breve racconto di S. S. Field e Seton I. Miller. Abbiamo utilizzato la parola "rilettura" e non "remake" in quanto per scelta del regista David Lowery, il film rappresenta in tutto e per tutto una versione a sé stante, senza strizzatine d'occhio o citazionismo dall'originale del '77. Chi avrà visto il film sicuramente coglierà soprattutto le citazioni di eroi come Mowgli e Tarzan e le tematiche affrontate come la cura per l'ambiente, per gli animali, l'accettazione del diverso e la forza di fronte al dolore della perdita. Il film è stato girato in Nuova Zelanda in liveaction con un uso minimo del green screen, eccezion fatta per il naturalissimo drago ( interamente animato in CGI, con la variante della la pelliccia) che per alcune movenze ed espressioni, e la dolcezza ricorda i tratti tipici del cane. Un film assolutamente drammatico, ma con un'atmosfera dolce e serena. Nel web ci si imbatte in alcuni commenti a sfavore delle tematiche trattate nel film, etichettate (con anche troppa fretta) come falsamente buoniste e non conformi alla realtà delle cose. Ebbene, in un mondo di brutture come il nostro, invito tutti i genitori a portare i loro figli nelle sale a vedere questo film, perché se la realtà viene recepita come distanziata e surreale rispetto alla realtà della pellicola, la responsabilità non è sicuramente da addurre al film o agli "ultimi prodotti per bambini lagnosi e stucchevoli" (cit. riportata da un commento particolarmente feroce nel web)."Realtà" perché il film e la recitazione degli attori risultano veri e commoventi, soprattutto per Pete, (Oakes Fegley) il bimbo che in seguito alla morte dei genitori in un incidente, si addentra nel bosco e incontra un drago, Elliott, da cui gli deriveranno compagnia e sopravvivenza, il cui status di "selvaggio" traspare in modo del tutto naturale. Una riflessione merita il fatto che Pete, stando a contatto con gli esseri umani, comprende che il suo vero posto è nel mondo civilizzato da cui è venuto.

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