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Cantano gli Stadi tra "Vespe" e "Possibili scenari": grande successo per il Tour di Cremonini

Pubblicato in Cultura

Dalle vie di Bologna in cui sfrecciava con una "Vespa truccata anni '60", di strada Cesare Cremoni ne ha fatta tanta. E ha preso il volo verso altri luoghi, per toccare altre vite, tutte diverse ma forse un po' simili, accumunate dall'amore per la musica, la poesia e il pop. Il suo, tanto amato dal pubblico italiano. Il 26 giugno 2018 si è concluso il tour negli stadi che ha sancito i suoi 20 anni di carriera. Bologna ha chiuso i quattro concerti iniziati il 15 giugno a Lignano (Stadio Teghil) e proseguiti il 20 giugno a Milano (Stadio San Siro), il 23 giugno a Roma (Stadio Olimpico), con la chiusura allo Stadio Dall'Ara. Un debutto importante per Cremonini nello stadio della sua città, ancor più significativo in quanto è stato il primo artista bolognese a tornare ad esibirsi nello stadio felsineo dai tempi dello storico concerto Dalla-De Gregori del 1979 con il tour di Banana Republic. Biglietti sold out già dopo pochi mesi dalle uscite delle date, un successone dimostrato dai fans in delirio in ogni tappa, dagli stadi stracolmi, pullulanti di ardore, passione e poesia. Quella che Cesare mette nelle sue canzoni rendendo "poetica" questa vita che ha sorriso a tutti. E a lui, dopo questa tournée, un po' di più. Acclamato dal pubblico ma anche dalla critica per il suo savoir faire, i suoi cambi d'abito - uno più luccicante e sgargiante dell'altro ma anche eleganti nei momenti raccolti al pianoforte - le sue movenze alla Freddy Mercury unite a quel pop ritmato, musicale, travolgente, mai scontato o superficiale. Dai tempi di Squérez e dei Lunapop, il cantautore bolognese è cresciuto musicalmente, professionalmente e personalmente, come lo dimostrano i pezzi del suo nuovo album "Possibili scenari". Quelli che Cesare mostra al pubblico, attraverso storie musicali che parlano del degrado dei valori attraverso il filtro dei social, della solitudine umana, del razzismo e della vita che, in fondo, regala sempre tanta poesia. È pop anche la scenografia multicolore, piena di luci come di ombre. Quelle che lui stesso canta e rivolge, in fondo, un po' a tutti. A chi si rifugia in un barattolo di marmellata dopo una delusione d'amore, a chi si sente sempre sullo sfondo come Robin, a chi indossa un 10 sulla maglia ma alla fine, conscio della sua fallibilità, accetta anche di sbagliare un rigore. Non sbaglia però Cremonini col suo tour e soprattutto il sold out in terra natia lo dimostra pienamente: due ore e mezzo di successi equamente divisi per accontentare tutti, dai fans agli amici e ai colleghi che non sono mancati in nessuna delle sue tappe. E ancor più a Bologna, tra cui l'amico Valentino Rossi o colleghi come Lo Stato Sociale. Due le chicche destinate solo ai bolognesi: la cover de "L'anno che verrà", quale tributo a Dalla, e l'outfit inaspettato con la nuova maglia del Bologna. A quanto pare, con la sua Vespa Cremonini ha fatto scatenare e divertire tutta l'Italia. Un obiettivo che lui stesso si è posto quando ha detto: "so far ridere la gente e meno male che non ho fatto il militare… sì meno male, sai che risate!"