2017: Raffica di licenziamenti e aumenti

Pubblicato in Economia

Italia: 2016 finisce l’ennesimo anno disastroso, bruciata la speranza che il voto di dicembre cambiasse la politica fallimentare, inizia un 2017 peggiore con un Governo fotocopia e non legittimato dal popolo e dal 1 Gennaio 2017 licenziamenti a valanga e aumenti a raffica sui principali servizi. Delusi e traditi ancora una volta gli Italiani che credevano si potesse archiviare il 2016, per di più bisestile, come ulteriore anno disastroso , e finalmente sperare nel 2017 per poter andare al voto e cambiare quel governo che negli ultimi due anni ha azzerato con false riforme e false promesse l’economia, la giustizia, la sanità, affamando gli Italiani con tasse e balzelli, aumentando la burocrazia, fondamenta della corruzione, abolendo e depenalizzando un elevato numero di reati, tra cui il reato di clandestinità, favorendo di fatto una invasione di persone spesso anche malavitose e terroristi da stati extracomunitari, e cancellando buona parte delle conquiste civili e sociali che gli Italiani avevano ottenuto, continuando così l’opera distruttiva iniziata dal Governo Monti. Si esce quindi da un 2016 disastroso e si comincia fin da subito un 2017 nelle previsioni ancor più disastroso, sperando che comunque prevalga il civile buon senso del popolo. Il discorso di fine anno del Presidente Mattarella, pur enunciando in maniera smorzata e superficiale, rispetto la realtà, le gravissime problematiche cui il Governo in carica non ha saputo ne voluto porre rimedio nell’interesse degli Italiani, anzi ha contribuito ad aumentarle, fissa dei paletti che allontanano sempre di più ciò che il popolo ha decretato con il suo NO al referendum Costituzionale bocciando le riforme tutte e in toto il Governo ritenuto arrogante, incapace, falso e per di più ritenuto legittimo perché frutto non di una civile elezione ma di una nomina, prevista si dalla Costituzione, ma bocciato dal popolo. Omologando il Governo Gentiloni, fotocopia del Governo Renzi, che non solo ha mantenuto tutti i Ministri e Sottosegretari, salvo piccoli cambiamenti e sporadici spostamenti, ignorando di fatto il volere degli Italiani, ma addirittura ha asserito che il governo deve andare avanti nelle riforme che sono essenziali, affermando che il voto è secondario e lasciando intendere che dovrà arrivarsi a fine naturale scioglimento della legislatura, adducendo che la legge elettorale deve richiedere un lunga riflessione oltre che una larga intesa. Quindi il volere popolare viene totalmente disatteso ed ignorato, non nell’interesse dello stesso, ma nell’interesse di una volontà che ha ampiamente dimostrato di essere contro il popolo e solo a favore di quel potere economico che non ha nessun rispetto per la dignità umana ma tutela esclusivamente il valore effimero del denaro che possiede in maniere assoluta e maggioritaria e che specula e lucra sui deboli. Non ultimo il volere di una Europa che non è stata costituita da una unione di popoli nell’interesse dei popoli e della pace, ma fondata solo su una unione economica monetaria, dove il popolo a nulla conta e del quale si vuole sempre più diminuirne la sovranità. Non è un caso infatti che la volontà di alcuni personaggi influenti della vita politica Italiana , come il Presidente Emerito Napolitano, ritenga che il popolo non deve essere consultato e non deve decidere non avendone la maturità. (affermazione enunciata in occasione del Brexit Inglese e dopo la vittoria del referendum a favore dell’uscita dell’Inghilterra dall’Euro e ribadita in occasione della vittoria schiacciante del NO alle riforme ed al Governo Renzi da lui nominato) Asserire che l’Italia è manipolata dai poteri economici lo si evince anche dalle incredibili leggi promulgate nei vari decreti Salva banche, l’ultima inerente il Monte dei Paschi di Siena di pochi giorni fa, che descritta populisticamente per salvaguardare i risparmiatori, ma che invece salva tutta la dirigenza dalle proprie responsabilità. forse perché legate al Partito che governa? Così come i decreti che hanno salvato in precedenza ben 4 banche di cui in una vi era tra gli amministratori, rimasti impuniti, anche il padre di una importante Ministro di Governo, promossa nel nuovo Governo, forse perché senza colpo ferire è riuscita salvare il padre ed i suoi averi a discapito degli investitori turlupinati e truffati di cui alcuni sono stati spinti al suicidio per la vergogna essendosi trovati senza più un euro e con tanti debiti da pagare. Tralasciando il problema dell’Immigrazione cui ovviamente il Governo ne parla solo per rabbonire il sempre più pericoloso crescendo di disagio popolare che ha già dato evidenti segnali di nervosismo e che potrebbe esplodere in sommossa popolare, come già stava per accadere in alcune città, è in forte crescita la disoccupazione, nonostante alcuni dati forniti da Istituti legati al Governo, tendono a sminuire o a negare il fenomeno. Ricordiamo che dal 30 dicembre ben 1660 lavoratori di Almaviva della sede di Roma, Azienda di call center Italiana, sono stati licenziati perché L’azienda ha deciso di delocalizzare fuori Italia, prassi oramai conseguita da tutte le aziende che non reggono all’elevatissima pressione fiscale e al sempre più crescente costo del lavoro, in attesa di chiudere ad Aprile gli altri suoi centri. Ma la previsione del 2017 sembra essere, il licenziamento di circa 20.000 impiegati di banca che operano in importantissimi Istituti Bancari, che magari hanno anche usufruito di agi e vantaggi da parte del Governo, che ricambiano aumentando ulteriormente il popolo dei disoccupati. Tralasciando l’infinità dei problemi inerenti giustizia, sanità e altro, delle quali si tende a non evidenziare ma che richiederebbero una elevata attenzione, bisogna segnalare la raffica di aumenti che sono scattati dal primo di gennaio e che non sono altro che delle anticipazioni di quelle che saranno le sanzioni Europee che la Troika ci imporrà, Pedaggi autostradali, luce, benzina, gas e di conseguenza tutto ciò che a queste sono legate e che impoveriranno sempre di più gli Italiani con il placet di questo Governo non eletto, bocciato ma nominato e imposto.

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