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Boschi e Folletti

Pubblicato in News

Rieccola! Chi? Ma Maria Elena Boschi, naturalmente! Assai poco etrusca e molto tardo imperiale, a quanto pare, la "Nostra Signora dei Potenti"! Incoronata da Papa-Borgia Renzi sullo scomodo trono del Segretariato Generale di Palazzo Chigi (già regno incontrastato di Gianni Letta), proprio quando i barbari -quasi venti milioni di "No"- bivaccano in Campidoglio, dopo aver spennato le ultime oche a difesa della Città Eterna. E meno male che lei, in fondo, è mortale e deperibile come tutti noi. Ma è giovane. Come Renzi. Intramontabili ambedue, per ora, nel breve orizzonte degli anni non più verdi di quelli come me. Boschi e i suoi folletti. Portieri di notte stabilmente insediati nei crocevia dei sussurri, delle trame e degli affari che transitano nelle carte e nei decreti del Governo e del Consiglio dei Ministri, in modo che nulla, ma proprio nulla sfugga alla loro coscienza servile del "relata refero" a chi l'ha designati come eredi naturali, malgrado il crollo del suo regno sia sotto gli occhi di tutti, tranne che del diretto interessato. Stiamo parlando del giovane Renzi, per l'appunto. Proprio lui, il Burattinaio del potere, timoroso oltremodo che le sue creature di legno possano incontrare la Fata Turchina e divenire adulti di colpo, rinchiudendolo in quella gabbia dell'oblio che lo tumulerebbe tra gli sgradevoli ricordi di questa sfortunata Repubblica. Perché, paradossalmente, l'Esecutivo Gentiloni è molto più renziano di quello che lo ha preceduto. Come se a governarci fosse un corposo fantasma di Renzi. Ma, il Segretario del Pd (ancora per poco?) non può arrischiare un governo di fine legislatura. Infatti, la scadenza naturale del 2018 è troppo lontana per le ambizioni di rivalsa e vendetta di quello che potrebbe essere "Il Rieccolo" del nuovo secolo, che farebbe impallidire i suoi predecessori Andreotti e Fanfani per la sua capacità di restare, sempre e comunque, nelle stanze del potere. Alcuni ingenui credono che le diaboliche trame del Reuccio del Nazareno si limitino alla mezza misura di un Verdini e di Ala che fanno finta di fare il centauro politico tra maggioranza e opposizione per rendere più debole Gentiloni, nel caso che volesse andare oltre il prossimo giungo 2017. Illusi! Il Pd è un florido allevamento di giovani della primavera che non resterebbero -immeritatamente, come ora accade- in prima squadra, nel caso che il loro "Mister" uscisse dai giochi di potere. In futuro, basterà solo un cenno del "maestro" per far cadere Gentiloni al momento opportuno. Quindi, exit Verdini. Ma non il sulfureo Angelino, dalle terga di acciaio e di amianto, capace di reggere il contatto rovente delle poltrone più scomode dei recenti Governi telecomandati dal Quirinale, come Interno e Esteri, nell'occhio del ciclone permanente di un'immigrazione incontrollata e delle turbolenze di un'Europa sempre più scissa e divisa, tranne che sui soldi e sulle finanze, controllati da Francoforte e da Londra. Alfano, che ha fatto un mito personalissimo del famoso "ago della bilancia", che tanti lutti ha inflitto per mezzo secolo all'Italia ai tempi dei partitini (oggi "cespugli"), indispensabili per tenere in piedi con gli spilli i governi a guida Dc, sia di centrodestra che di centrosinistra. E poiché il ceto politico italiano è indubbiamente di eccellente e insuperabile mediocrità, è chiaro che il responsabile delle feluche sia interessato, per la sua stretta sopravvivenza, al proporzionale (poco) temperato, in modo che le soglie di sbarramento siano inferiori al prefisso telefonico del gradimento elettorale di cui è accreditata la sua formazione: quell'Ncd che, grazie al furto di parecchie decine di parlamentari operato a danno della defunta Casa delle Libertà, regge come Atlante la sorte degli ultimi tre governi del Presidente. Ecco. La legge elettorale. Attenzione, caro il mio centrodestra, a non fare la fine di quello che si evirò per fare dispetto alla moglie. No, perché con l'aria che tira, con il "Consultellum" (ma come vengono in mente certe sigle ai giornaloni di questo Paese?) o similaria, l'M5S potrebbe fare il pieno dei consensi validamente espressi, alleandosi poi con le restanti formazioni "populiste" (e state attenti a non cadere, anche voi, nella trappola del "post-truth", per cui al popolo andrebbe sottratto il suffragio universale!), condannando a lungo nelle tenebre dell'opposizione la sinistra e i conservatori italiani. L'unico valido rimedio elettorale non potrebbe che essere quello del premio alla coalizione vincente, mantenendo però collegi uninominali di dimensioni non superiori ai centomila abitanti, in modo da ricostruire un rapporto saldo tra cittadini ed eletti. Tertium non datur. E sarebbe bene ricordarselo! Poi, per non fare la figura dei gonzi, sarebbe meglio, molto meglio, pensare a promuovere l'indizione di una nuova Assemblea Costituente, con mandato rigorosamente a tempo, per ammodernare, finalmente, la Costituzione del 1948!