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Abusivismo ed Evasione, due trappole per costringere il CITTADINO a PAGARE

Pubblicato in News

Sono bastate alcune scosse di terremoto nella ridente Isola di Ischia ( Na) per di più di lieve entità in un periodo di massima affluenza turistica per far venir giù alcune case, sotto le quali sono perite un paio di persone e si sono avuti numerosi feriti, per fortuna tutti salvi.

Le cronache son piene di articoli che descrivono ciò che è accaduto, noi invece esaminiamo quella che sembra essere in questo caso la causa di questi drammatici crolli, e che in altri casi si rivelano delle vere e proprie trappole che mettono a repentaglio la vita dei cittadini, L’abusivismo edilizio.

Magistratura, piuttosto che politici ed opinione pubblica, tutti contro le costruzioni abusive, sembra infatti che le case che hanno avuto crolli fossero per l’appunto abusive.

Ma l’abusivismo, in questo caso edilizio, non è un fenomeno che colpisce solo Ischia o solo il sud, come spesso si vuol far credere, ma è un fenomeno presente ovunque in Italia, dal Nord al Sud, da est ad ovest, con costruzioni eseguite in posti che certamente possono provocare disastri per i più svariati motivi, da paesaggistico, all’idrogeologico e magari non rispettando i necessari requisiti che le varie normative edilizie emanate nel tempo impongono.

Certo, oggi qualche “politico di maggioranza” appoggiato media consenzienti fa presto a dire che quelle case cadute erano abusive, magari dimenticando o non evidenziando che stranamente qualche scuola appena ristrutturata e con un dispendio di soldi non indifferente per renderla “a norma” è stata dichiarata inagibile per i gravi danni subiti, e che ovviamente non doveva subire.

Tra l’altro sembrerebbe che la tragedia sia stata sfiorata poiché le scuole in questione appena qualche ora prima ospitavano una quarantina di bambini per attività pomeridiane estive.

Perché si vuol dare la colpa all’abusivismo edilizio e quindi ad i proprietari di quegli immobili che rischiano di dover pagare doppio?

Non ci piace pensar male, tuttavia se fosse riconosciuto dalla Magistratura il dolo, la responsabilità dei crolli ricadrebbe esclusivamente sui proprietari degli immobili, e verrebbe esclusa la causa di “calamità Naturale” con un grande risparmio per lo stato.

La cosa, tentata nelle precedenti calamità iniziando dal terremoto avvenuto in Emilia, dopo quello dell’Aquila, che ha visto una certa parte politica voler disconoscere certe responsabilità perché fortemente onerose, a causa della vastità delle calamità che ha visto coinvolti migliaia di cittadini, è stata parzialmente accantonata.

Quale migliore occasione oggi, dal momento che il terremoto ha colpito una ristrettissima area e pochissimi immobili tanto che le vittime sono solo 2 e appena una trentina i feriti?

Scaricare la responsabilità sugli abusivi, significa aprire la strada ad una “norma” che non riconosce più i danni alle cose ed alle persone per “calamità naturali”.

Ha ben ragione di lamentarsi i Sindaci dei comuni di Ischia che rifiutano il “BOLLO“ di paesi abusivi.

Di contro, l’unico Sindaco in Italia, anche se a diverse centinaia di miglia marine, voleva compiere il proprio dovere abbattendo su precisa disposizione della Magistratura quelle case abusive costruite sulla costa, è stato costretto a dimettersi e a vivere scortato e blindato per le minacce ricevute.

Non sembra che gli stessi che oggi parlano di abusivismo, compreso lo storico rappresentante dei Verdi, abbiano chiesto interventi straordinari o il completamento degli abbattimenti ordinatidalla magistratura attraverso il Genio dell’Esercito, lasciando di fatto tutte le colpe all’ Ex Sindaco.

Nessuno prende posizione in tutti quei territori, dove i sindaci attendono quelli che oramai sono diventati una necessità’, Il tanto agognato “condono”

Senza entrare nei meandri della burocratica macchina dei tecnicismi, ma cercando di rendere più comprensibile quello che accade, la politica ha creato una macchina perfetta di cui lo scopo cercheremo di evidenziarlo e che serve ad alimentare e sostenere tutto ciò che sia legalmente che illegalmente non potrebbe essere sostenuto.

La politica cui fa capo l’attuale maggioranza ha da sempre alimentato la burocrazia ideologica forse per porre rimedio a vizi e possibili imbrogli che potrebbero nascere, ma praticamente complicando sempre più le regole ed aumentando maggiormente i costi con certificazioni, norme , leggi, permessi , e chi più ne ha più ne metta.

Così un qualsiasi cittadino, non quindi grandi imprese che si preferisce non trattare qui poiché le forze e gli scenari e le modalità sono assai diverse, il quale desidera costruirsi una casetta con i propri risparmi, giammai ci riuscirà e di sicuro tra tempi per i rilasci di permessi e… a detta di tanti…. “regalini ” varie, preferisce costruire abusivamente, con tutte le conseguenze del caso, o rinunciarci.

Ovvio tutto questo genera un enorme giro di soldi, molto spesso, illeciti.

Ecco allora che l’altra parte politica, come quella che oggi è all’opposizione, deve porre rimedi a tutti gli illeciti che si sono generati ed alla quale una volta venuti alla luce si applicano delle pesantissime ammende e sanzioni, spesso fuori da ogni logica e realtà, per di più si aggravano di agi ed interessi, creando dei veri e propri mostri cui e necessario intervenire con quelle che vengono chiamate “ sanatorie”.

In pratica, il gioco del cane, che si morde la coda.

Questo “abusivismo” che in questo caso è indirizzato al segmento “Edilizio” ripercorre con schemi simili a quello inerente il lavoro, e tutto ciò che gravita attorno al sistema produttivo.

Cambiano i nomi, le leggi, i mercati, ma rimane uguale il principio.

Analogamente , ma rimane lo stesso principio, avviene per quanto riguarda il fisco, basta esaminare l’elevatissimo numero di imposte, tasse e balzelli che generano “Evasioni” oramai non più sostenibili e che hanno immediato bisogno di essere fermate attraverso una “ Sanatoria”.

E’ incomprensibile come l’attuale Governo, co-responsabile, insieme ad i Governi precedenti, rifiuti categoricamente questa ovvia soluzione, dal momento che rimane inevitabilmente l’unica, piaccia o non piaccia.

Infatti chi ne fa le spese, comunque ed in ogni caso è il cittadino.