Il Voto: quel miraggio da tutti invocato ma da nessuno voluto

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Parafrasando una nota frase assai diffusa, “ tutti mi cercano, tutti mi vogliono ma nessuno mi prende” sembra proprio che il “ VOTO ELETTORALE” abbia lo stesso destino. Il popolo lo vuole con forza, e lo ha dimostrato, molti leader di partito lo invocano gridando, tuttavia nessuno lo vuole. Per questo motivo si vivacchia peggiorando tutto il sistema già al collasso totale, proponendo ed approvando riforme e norme che nulla hanno a che vedere con i problemi reali che con massima urgenza andrebbero affrontati, anzi, indebolendo sempre più i quei cittadini oramai allo stremo, come risulta dai tantissimi dati sapientemente occultati. Per di più da un Governo che è legittimato da se stesso, grazie ad una legge elettorale dichiarata anticostituzionale, assolutamente distante dalle esigenze ed i problemi che affliggono un’Italia invasa dai clandestini, impoverita da una sempre crescente disoccupazione motivata dal fallimento di ogni attività produttiva a causa di una tassazione che strozza le imprese, da una giustizia che oramai sembra essere il sinonimo di ingiustizia e corruzione, oltre che da una sanità che non da più quella garanzia e sicurezza che era il vanto dell’Italia e l’assoluta inconsistenza in politica estera. Punti fondamentali dai quali a catena si sviluppano tutte quelle negatività disagi e problemi che investono tutti i settori e che l’attuale classe politica sembra ignori completamente o conosca solo parzialmente, considerazione dimostrata dalle priorità che si è data e dalle leggi che ha deciso di varare. Ma ritornando al VOTO; tutti dicono di voler andare al voto, addirittura alcuni leader, Lega, Movimento 5 stelle e l’Ex Primo Ministro Renzi, vorrebbero andarci subito dopo il pronunciamento della Consulta che dovrebbe avvenire intorno la fine di Gennaio. Ma andare a votare significa per il cittadino eleggere un Governo che dia stabilità, risolva i gravissimi problemi che hanno tolto sviluppo e dignità alla popolazione impoverendola drasticamente e ricostituisca quella credibilità verso gli stati esteri che ormai ha reso l’Italia non più come uno stato indipendente e sovrano, bensì una colonia di qualche “Stato” Europeo o Extra Europeo. Per poter far questo è quindi necessario vi sia un Governo forte, coeso, compatto ed unito che possa pianificare tutte quelle azioni necessarie anche a costo di provocare delle reazioni interne ed esterne dovendo eliminare tanti “privilegi”, dalle Aziende in generale, considerando anche le Cooperative e le Banche come Aziende, a intere categorie professionali, a singoli soggetti e quant’altro si renda necessario. Un Governo che possa farsi sentire ed essere credibile a livello internazionale, un po’ come seppe fare un Presidente del Consiglio nel secolo scorso che non si lasciò intimorire dalla forza muscolare di uno delle più grandi Nazioni del Mondo, certamente superiore dell’Italia, dando vita a quella che si ricorderà nella Storia come “ La lunga notte di Sigonella”. Ma in Italia, allo stato attuale vi è una forza politica capace di avere una coesione tale da poter ottenere dal voto popolare una maggioranza talmente forte da riuscire, a fronte di programmi reali, concreti, realizzabili a breve, medio e lungo termine e dove ogni passaggio possa essere attuato da chi poi eletto? Di chiacchiere e di proclami gli Italiani ne hanno sentiti tanti, e chi ha provato comunque a volere pianificare, è stato attaccato da tutti, in un modo o in un’ altro si è cercato di renderlo non credibile magari innescando meccanismi giudiziari spesso caduti poi nel vuoto, con l’unico risultato di aver indebolito la figura autorevole. L’unica volta che è stato eletto un Governo con una maggioranze fortissima il tradimento di alcuni politici hanno costretto al ripiego rendendo quel Governo ricattabile. Oggi non si intravede nessuna forza politica capace di ricevere un consenso così elevato come sarebbe necessario. Ciò che si evidenzia è: un gruppo di Leader, di varia estrazione, dalla destra alla sinistra, conditi da comici e ciarlatani, che proclamano e annunciano populisticamente soluzioni spot, e non programmate, pianificate ed integrate in un contesto all’interno di un programma serio e realizzabile, dove modi e termini vengono stabiliti. E’ eclatante il caso degli ultimi giorni del “ codice deontologico” a votazione popolare, o il proclamo di cacciare i clandestini che ricordiamo essere un reale problema essendo nel 2016 oltre 180 mila in aggiunta a quelli degli anni precedenti. Le altre forze politiche, di destra e di sinistra, ben si guardano dal proporre una data per andare al voto, pur dicendo che bisogna andare al voto, ma attendendo la scadenza naturale della legislatura “tirando a campare” coscienti di non avere ne un programma, ne dei leader capaci di dare quella forza necessaria alla COSTRUZIONE dell’Italia. Infatti consapevoli che è necessaria una legge elettorale, ad oggi nessuno ne sta discutendo, ma si discute di tutto e del nulla, tranne che di legge elettorale che dia stabilità. Se poi a questo aggiungiamo il continuo frazionamento con la nascita di partiti minori per cercare di garantirsi le eventuali poltrone, senza che vi sia alcun programma ma solo dei parlamentari che fino ad oggi sono stati nominati e non eletti dal popolo, che per paura di scomparire, creano partiti indebolendo le forze centrali. Alla luce di questa personalissima analisi, si ritiene che oggi da eventuali elezioni verrebbe fuori ancora un Governo incapace di governare nell’interesse degli Italiani ma ancora e solo nell’interesse di quei poteri che hanno ridotto l’Italia allo stato attuale. Per questi motivi tutti gridano “al voto” ma nessuno lo vuole. Non si può che auspicare affinché le forze politiche, che vogliano realmente porre rimedio al dramma che gli Italiani stanno vivendo, possano realmente presentare a breve una legge elettorale congrua e contemporaneamente sviluppare quei programmi che oggi sono necessari all’Italia per Nascere come Stato indipendente e sovrano, che faccia partire ogni forma di economia, occupazione e lavoro, oltre che tutelare e garantire prima i propri connazionali ovunque essi si trovino. Per il voto, prima scegliamo i programmi, poi i candidati.

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