Mercoledì, 24 Aprile 2024 08:31

Società: mamma regala al figlio un buono per un pomeriggio insieme

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Siamo certamente tutti d'accordo che la società oggi suggerisce per esigenze sociali e di vita il cambio di alcune regole, ma nessuno poteva immaginare che si arrivasse al punto di rendere "mercificante" il tempo che una mamma deve dedicare al proprio figlio. E' di alcuni giorni la notizia di una mamma che ha regalato al proprio figlio per il compleanno dei 9 anni un buono, o un plico contenente alcuni buoni, dove si offriva il tempo da dedicare ad esso quantificato in un pomeriggi. La notizia ha fatto discutere in tanti aprendo un confronto in alcuni social network e, pur sembrando un argomento apparentemente banale, verrà certamente affrontato da Sociologi, Pedagoghi, ecc. per lungo tempo. Da sempre, sia per animali che umani, è compito dei genitori accudire i cuccioli, mamma o papà che siano, secondo il ruolo e secondo la possibilità e certamente fino alla maturità o alla totale autosufficienza, che nell'essere umano dovrebbe essere dai 16 /20 anni, almeno si spera. Ne risulta quindi che un bambino di 9 anni per quanto grande possa considerarsi e con già una impostazione di vita che include la scuola come giusto itinerario per un corretto sviluppo di una sana crescita, ha necessità di poter trascorrere con i propri genitori , in particolar modo con la mamma, del tempo, sia per poter giocare che per poter acquisire quelle sensazioni che solo un genitore ed in particolare una mamma sanno offrire e che servono al bambino per crescere più sano e più sicuro. Sorprende quindi il regalo fatto dalla mamma al proprio figlio, e ancor di più il risalto dato sempre sui Network, stimolando addirittura una sorta di… concorso a premio. Se farai il buono tutta la settimana starò con te per tot ore e ti porto a passeggio in bicicletta. Non ci si vuol ergere a giudice o quant'altro ma stimolare la riflessione del lettore attraverso alcuni punti che si ritiene basilari nello sviluppo e nella crescita e nell'educazione di un figlio, certamente tenendo in considerazione le esigenze che la società attuale ha e che ha visto modificare e trasformare certi atavici comportamenti. La nostra società ha imposto per svariati motivi di cui non entriamo nel merito che la donna, una volta considerata la regina della casa e la responsabile della cura dei figli a cui dedicava il suo tempo, possa avere un ruolo diverso e contribuire alla produttività attiva della società e della famiglia attraverso un lavoro. Non bisogna tuttavia dimenticare che insieme al marito o compagno, giusto per indicare la coppia, deve contribuire in ogni modo alla crescita del minore. Diventa quindi normale, pur compatibilmente con orari e ritmi di lavoro, dover e poter stare accanto al proprio figlio per meglio seguirlo, per instaurare quel giusto dialogo, per aiutarlo a crescere. Una esigenza naturale può diventare strumento di premio, di regalo o di ricatto? Che effetto potrebbe avere come ripercussione nello sviluppo del bambino? Sono domanda cui bisogna porsi, pur riconoscendo la benevole iniziativa della mamma che certamente con grande sforzo, ha voluto fare come regalo al proprio bambino il suo tempo prezioso. Eccezione che ha un senso proprio se posto come eccezione e se il bambino percepisce che la mamma sta facendo un "sacrificio" per lui, togliendo a delle altre importanti situazioni del tempo prezioso. Guai se invece dovesse diventare una regola, con il famoso "blocchetto del premio", come già si parla per la diffusione e la razionalizzazione di questo caso, potrebbe esser tradotto, dalla mente in formazione del bambino, come un " compro per x tempo la compagnia della mamma. Di assoluto certamente non vi è nulla se non la sintesi di riflessione di alcuni ma che certamente bisogna supportare da studi che solo esperti possono e devono compier in tal direzione. Da una semplice idea di una mamma, che con grande tenerezza ha deciso di dedicare un pomeriggio al proprio figlio, alla realizzazione di " buoni a tempo" per un concorso a premi, su ciò che dovrebbe essere normale..

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