Che la vita sia un continuo paradosso, si sa. Che alcuni di essi rappresentino una sconfitta per l’umanità, si sa un po’ meno. O, forse, si fa finta di non sapere. Chissà quanti sanno, infatti, che circa 124 milioni di persone soffrono di fame acuta, 151 milioni di bambini sono affetti da arresto della crescita e 51 milioni da deperimento. Di contro, 1,9 miliardi di persone, ossia più di un quarto della popolazione mondiale, sono in sovrappeso. Gli obesi sono 672 milioni e 3,4 milioni di persone muoiono ogni anno per problemi legati all'obesità. Ancora, nel mondo un terzo del cibo prodotto viene gettato. Questi sono i dati che la Fao comunica in occasione della Giornata mondiale dell'alimentazione e dello Stato dell’alimentazione e dell’agricoltura 2018. Circa 820 milioni di persone hanno sofferto la fame nel 2017: ad oggi essa rappresenta un male che uccide più dell’Aids e della tubercolosi. Nonostante l’enorme quantità di cibo prodotta e sprecata sulla Terra, una persona su nove versa in questa situazione. Il problema della fame e della malnutrizione è, in realtà, collegato a diversi fenomeni: la crisi del suolo, la crisi del clima, la crisi degli ecosistemi, delle migrazioni forzate, della fame, dell’inquinamento, la crisi agraria, lo sfaldamento dei territori e delle comunità, la crisi sanitaria e alimentare sono tutte cause profondamente interconnesse. Nonostante i risultati ottenuti nel corso degli anni siano, dunque, ancora scarsi, l’edizione del 2018 si propone come tema e obiettivo “Un mondo a Fame Zero entro il 2030 è possibile”. Istituita nel novembre del 1979 durante i lavori della ventesima conferenza generale della Fao, la Giornata mondiale dell’alimentazione si celebra il 16 ottobre per ricordare il giorno della fondazione dell’organizzazione stessa, creata il 16 ottobre del 1945 in Canada, al fine di sensibilizzare le persone su problemi legati alla sicurezza alimentare e alla povertà, alla fame e alla malnutrizione. Accanto a maratone, marce, mostre e concerti in programma in circa 150 paesi, il 16 ottobre di quest’anno si svolge la cerimonia principale di Roma alla quale partecipano anche la regina Letizia di Spagna e il re del Lesotho Letsie III. Cerimonie ed eventi a cui sono invitati a partecipare tutti i Paesi del mondo, in quanto il punto chiave è proprio l’unione di forze tra Paesi, settori e professioni per far sì che tutti, dovunque, abbiano accesso a una quantità adeguata di cibo sano. Sono dunque necessari maggiori investimenti nell’agricoltura da parte del settore privato, così come risulta fondamentale sviluppare e promuovere programmi di protezione sociale per i più deboli e collegamenti più fluidi tra i produttori di generi alimentari e le aree urbane. Il progetto “Fame zero” si propone e chiede ai Paesi di andare oltre la risoluzione dei conflitti e la crescita economica, promuovendo la costruzione di società pacifiche e inclusive. Un obiettivo che ciascuno può iniziare nel proprio piccolo mondo quotidiano, adottando uno stile di vita più sostenibile, lavorando con gli altri e condividendo conoscenze. Sul proprio sito web la Fao propone anche un breve memorandum consultabile e applicabile con semplici ma importanti accorgimenti: non sprecare cibo, produrre di più con meno, seguire una dieta sostenibile ma soprattutto provare a creare partnership FameZero, sviluppare strategie innovative e scoprire nuove opportunità coinvolgendo le autorità regionali e nazionali. Non è necessario, infatti, puntare solo ai grandi numeri e alle grandi imprese. Il mondo, è fatto da chi lo abita e lo rispetta giorno dopo giorno.

Seguici su Facebook