Stampa questa pagina

Sabato 10 Marzo ore 18.00 - Conversazioni su “Una Stanza di Parole” con Vito Faenza

Pubblicato in Cultura

 

’associazione ludico culturale Elysium, sita in via Clanio 14, Caserta, ospita Sabato 10 marzo, l’autrice di “Una stanza di parole” Bibi Morgen per un incontro che la vedrà, con la presenza del giornalista Vito Faenza, scandagliare alcuni punti della sua raccolta, un’opera unitaria, ma sfaccettata, eccentrica, originale e mai banale, presentarsi al pubblico di lettori casertano e aprire così uno spazio di dibattito su alcuni temi caldi della raccolta che finiscono per rappresentare anche alcune fratture della società. I social, il bystander effect, l’indifferenza, e la perdita di identità.

L’autrice, osservatrice della moderna società, si interroga sul fluire del tempo nelle sue varie declinazioni, sui sentimenti e su ciò che comporta l’humus dell’umano vivere.

 

Bibi Morgen studia recitazione per svariati anni diplomandosi all’Accademia Artisti di Roma. Studia Lettere e Filosofia e Giurisprudenza. Giornalista, collabora con giornali e riviste culturali, interessandosi di cultura e società, interfacciandosi, inoltre, con svariate strutture testuali.

La sinossi del libro:

Un hard-disk rotto, un sentimento sommesso di nostalgia e perdita, ricordi fatti di oscurità e speranza insieme: la scrittura inevitabilmente cede alla suggestione di ogni minimo dettaglio, come rapita da una penna che non può tenere il colpo in canna, ma deve dare corpo concreto alle immagini che popolano la fantasia dell’autrice. Questi pensieri multiformi, rimasti sulla pagina per anni a fermentare come il buon vino, affollano ora la stanza di parole con giochi e scherzi, divertendosi bonariamente a ingannare e confondere il lettore con la loro eccentricità. L'autrice plasma un ibrido letterario, in cui convergono prosa e poesia, sceneggiatura teatrale e scrittura giornalistica, filastrocche e canzoni. Con un linguaggio ironico generatore di mondi distopici, l’autrice asseconda l’impeto della sua vena creativa, costruendo uno spazio semiserio in cui la parola e l’amore per essa divengono la ratio dell’intera raccolta.