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Intervista all’autore Emilio Brancadoro

Pubblicato in Cultura
  1.  Emilio Brancadoro oltre ad essere uno scrittore è anche un Gestore di Patrimoni immobiliari, come gestisci questi due lavori così diversi tra di loro?

Posso dire che vivere in mezzo a queste due realtà lavorative è veramente complesso, anche perchè si trovano esattamente agli antipodi. Però devo dire che la scrittura è la parte più equilibrata della mia vita e probabilmente aiuta e compensa l'altra.

  1. So che dividi la tua scrittura in tre fasi, potresti spiegare il perché e approfondire di cosa si tratta?

Le mie fasi rappresentano la mia evoluzione nella scrittura. La prima fase comprende un periodo in cui ho messo nella scrittura: le mie emozioni, la mia cultura, i miei sogni. Ed infatti mi sono detto: basta parlare di me! Ed allora sono passato alla fase 2, il thriller. E qui ho dato sfogo alle tecniche che avevo imparato nei primi 3 romanzi e mi sono gettato in uno scrivere diverso e molto più piacevole ed entusiasmante. Dopo il 7° romanzo thriller ho deciso di prendermi una pausa e sono entrato così nella 3° fase: il genere fantasy storico, in fase di pubblicazione.

  1. Quanti libri hai scritto?

Parliamo di romanzi: 11 in tutto. Ne ho lasciati per strada un paio. L'ultimo romanzo è probabilmente il raggiungimento di un bel traguardo!

  1. Nel libro ‘La leggenda del gruppo americano’ ti è piaciuto ripercorrere gli anni ’70 e ’80?

Perdere un amico è sempre un gran dolore, tanto più quando questo amico è stato un faro in quegli anni difficili e meravigliosi, la gioventù. Eravamo ragazzi per le strade di Roma negli anni ’70. Così nasce il Gruppo americano. Dopo anni ho voluto regalare, al mio amico, la nostra storia.

  1. Invece nel Libro ‘La vita grazie ad una cometa’ quando dici ‘Ma nel silenzio del mare e nel mistero delle stelle c'era scritto il senso della nostra vita, bastava solo ascoltarlo e leggerlo con passione, noi ci provammo... ‘ A provare cosa? Sembra un romanzo molto romantico. A chi è dedicato?

E’ dedicato ai valori! Non è un romanzo autobiografico ma ci sono molti miei sogni in questo libro e c'è la convinzione che l'amicizia e l'amore deve vincere sopra ogni cosa. Loro ci provarono, dopo una vita vissuta tra esperienze estreme, tra un passaggio articolato su ben 50 anni di fatti e di storia.

  1. Ne ‘Il vento della vita’ scrivi: ‘trovare piacere nel significato dei messaggi scritti in un raggio di sole o nel semplice soffiare del vento.’ Cosa ti ha ispirato scriverlo?

Il maestro Nicholas Sparks! Con questi due lavori mi sono avvicinato ad una scrittura articolata su diversi piani di narrazione e l'idea di raccontare la storia del singolo e di cosa fa nella vita per far sì che nel domani si possa parlare di sé. E’ perchè siamo veramente di passaggio e tutto vola via come un soffio di vento.

  1. Poi scrivi anche ‘Il bambino che ride alle statue’ perché, secondo te, gli uomini possono cambare il corso degli eventi?

Si può cambiare il corso degli eventi. Qui accade qualcosa nella mia vita, c'è il passaggio verso la seconda fase. Così penso a un thriller una storia che nasca sui misteri di qualcosa che era stato cambiato nel laboratori degli scultori dell'800 una sostituzione di una statua. Un mistero e poi una corsa per Roma ed una chiesa: la chiesa di S. Ignazio.

  1. Age, il loro gioco era anche il loro peggiore incubo’ è stato scritto di getto o c’è un pizzico di razionalità nei dialoghi e nel caratterizzare i personaggi?

Questa storia nasce all'ombra di un videogame "Age of empire III" Ci ho giocato per circa 5 anni e così non potevo non dedicargli un libro. Scrivere un intreccio di storie parallele destinate a convergere lentamente verso un finale comune. C'è amicizia ai massimi livelli, c'è adrenalina, c'è suspance e tecnologia.

  1. Nei tuoi romanzi rievochi sempre luoghi vivi nella storia ma pochi sanno le sfacettature, come succede nel romanzo: ‘Il custode del ponte’. Come mai? Sei appassionato di Storia dell’Arte? Quali sono stati i tuoi studi?

Sono geometra, lontanissimo dalla storia dell'arte e dalle materie umanistiche. La mia idea non era soltanto scrivere dei thriller ma scriverli a Roma e raccontando di Roma.

  1. Come mai decidi di scrivere ‘Aiutami’ ?

Ci sono molti luoghi chiamati in causa: Castel S. Angelo, la Porta Magica, e fatti accaduti a Roma nel primi del 900 ma soprattutto c'è un fantasma che si aggira per le mura di Castel S. Angelo e questo accade da vero ogni anno, nella notte tra il 10 e l'11 settembre.

  1. Nel Libro ‘Le ombre sul muro di sabbia’ ha un titolo molto poetico, potresti scriverci la sinossi?

Grazie ad una particolare tecnologia a scansione laser della superficie terrestre, l'archeologa Nora Barbieri decide di dare seguito alle sue ricerche, una scoperta che potrebbe cambiare la lettura di oltre 1000 anni di pagine di storia.

Parallelamente nella Basilica di San Pietro si portano avanti i lavori per il consolidamento delle fondamenta del Baldacchino della Tomba del santo. Purtroppo un incidente mette in discussione il proseguo dei lavori ed avvia una catena di eventi.

Questo romanzo vede protagonisti il commissario Lo Russo ed il vivace ispettore Di Bella.

  1. Il male non avrà l'ultima parola’ altro libro in cui traspare la lotta del bene ed il male, rispecchia la tua personalità?

Non saprei, però posso dirti che questo libro è il proseguo di IL BAMBINO CHE RIDE ALLE STATUE. E’ così come era finito il primo libro anche in questo il male prende presto il sopravvento ed una serie di eventi portano la madre dei due bambini a scontrarsi di nuovo con l'incubo di una minaccia assurda e violenta.

  1. L’Ultimo Gladiatore’ Vorrei che tu spiegassi come sono nati i personaggi: il commissario Lo Russo ed un astuto e vivace ispettore Di Bella. Sono il frutto della tua fantasia o hanno un pezzo di razionalità? E i dialoghi dei due come li hai costruiti? Fanno parte di una serie? Se si, in quali dei tuoi libri li incontriamo?

L'Ultimo Gladiatore è un libro che purtroppo ha anticipato episodi terroristici realmente accaduti un anno dopo la mia scrittura, in Francia. E’una storia ambientata nel 2012 e c'è tutto quello che ho scritto in tutti questi anni. Ci sono i due mitici: il commissario Lo Russo e l'ispettore Di Bella. I due nascono con ‘Il bambino che ride alle statue’ e restano uniti per ben 7 episodi intrattenendo il lettore con dialoghi accesi e spesso simpatici. Lui sicuramente un grande e l'ispettore un uomo di fiducia l'amico, l'ombra che tutti vorrebbero avere al proprio fianco Di Bella è la rappresentazione di cosa dovrebbe essere il tuo compagno nella vita loro sono presenti in tutti gli episodi dei 7 thriller.

  1. Hai ricevuto premi letterari?

Il primo con Il bambino che ride alle statue e poi con tutti gli altri episodi. Ti dirò che ho vinto un premio della critica nel 2011/12 nel Premio letterario "Un libro amico per l'inverno" e che dopo diverse menzioni d'onore con ogni altro libro ho vinto il premio che più aspettavo: Miglior opera thriller - nella edizione 2017...

  1. Preferisci la Casa Editrice o il Self Pubblishing?

Preferisco la Casa Editrice.

  1. Prossimamente... Cosa hai in programma?

Personalmente sto per pubblicare il mio undicesimo romanzo. Mi sto occupando di noi scrittori. Voglio portare il gruppo ad un livello più alto e renderlo appetibile per il mercato. Il premio letterario è una bellissima creazione a cui tengo molto e che ha regalato a tutti coloro che vi hanno partecipato, me incluso, emozioni a non finire. Oggi lo sto introducendo nelle scuole superiori e sta ottenendo ottimi risultati il mondo dei giovani va valorizzato ed il Premio nelle scuola esalta i giovani che hanno più difficoltà nello scrivere è un progetto per farli crescere.

  1. Come scrivi?

Una volta creata la storia creo la struttura sul mio quaderno delle bozze lì ci metto tutto poi prendo e mi reco fisicamente nei luoghi che descrivo e se si tratta di monumenti o strani sotterranei, ci vado sul serio. Mi pago delle guide private e mi reco nei posti più assurdi di Roma e racconto le mie storie vivendole. Altre volte prendo il notebook e vado al mare e su una bella terrazza, in un bel porticciolo di pescatori mi siedo e scrivo. Altre volte vado sul Terminillo a 220mt e nel silenzio del vento, scrivo In poche parole mi piace quello che provo mentre scrivo.