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LA POESIA AULICA DELLA CAPOCELLI

Pubblicato in Cultura

Nella poetica di Paola Capocelli, popolata da fiumi, vento, terra, nuvole, erba, avanza l'illusione di divenire tutt'uno con la natura eterna, di acquisire l'unità del Noi insieme a sfumature dell'Assoluto. Nei dettagli delle mani, della bocca, degli occhi, tra intimità e lontananza, si riflette il macrocosmo della pioggia e dell'arsura, della luce lunare e del calore del sole. L'elemento ritmico dei versi, cadenzato e frammentario, è influenzato dalla tipica tendenza "a salti" degli impulsi del cuore: visioni nette e distinte, frantumate in scelte concise, riportano le tracce di un amore sentito nelle vene, provato sulla pelle, raccolto sulle labbra. Fino a sfiorare la trasgressione, leitmotiv sotterraneo nell'intero repertorio. Prefazione di Cinzia Baldozzi.

RECENSIONE:

La poetessa partenopea ci introduce in un mondo fatto di cristalli e di piume, la poesia auloca che sfiora quella del duencento cavalleresco, nobile e alta nella sua espressione congiunta al mondo terreno, sfiora l'autenticità dell'essere, soppesando la sorprendente fioritura della parola dell'intercapedine che lega un verso al capoverso successivo. 
L'amore è il tema cardine dell'intera silloge che accompagna gli occhi del lettore a divorarne le le pagine con capienza d'animo.