Abbiamo qui riportata un' interessante intervista con la poetessa Rita Daniela Marasco in occasione della presentazione sul giornale della sua raccolta poetica "Il Demone imperfetto". Buona lettura.

1. Rita Daniela come nasce la sua opera "Il demone imperfetto"?

"Il Demone imperfetto" nasce dal profondo dissidio interiore generato da un amore irrealizzabile, in quanto totalmente idealizzato. Attraverso un'analisi introspettiva, radicale e tutt'altro che indolore, ho compreso che il processo di idealizzazione di un altro essere umano scaturisce da un conflitto ancestrale con se stessi: l'altro viene letteralmente "svuotato" dei propri contenuti esistenziali, del suo vissuto, dei tratti distintivi della sua personalità, e "colonizzato" da un "demone", ossia dal lato oscuro della nostra anima, un alter ego spietato ed autodistruttivo che possiede tratti esattamente antitetici ai nostri. Ed è proprio in virtù di questa perfetta antitesi, della contrapposizione speculare alla nostra più intima essenza, che il "demone"suscita in noi pulsioni ambivalenti: da una parte ci ripugna, perché sintetizza scelte alle quali abbiamo definitivamente abdicato; dall'altra ci attrae irrimediabilmente, poiché - in quanto potenzialmente complementare - ci completa. Per questa ragione ho descritto l'amore idealizzato come una sorta di seduzione diabolica, posta in essere da un demone che è tuttavia IMPERFETTO, in quanto, lungi dall'ostentare la serafica, diabolica imperturbabilitá di un'entità metafisica, possiede prerogative peculiari della natura umana, quali la fragilità e la vulnerabilità.​

2. Come e quando nasce l'idea di scrivere poesie con un così potente impatto narrativo?

Una poeta raggiunge il proprio scopo quando crea un'opera dotata di potere evocativo: una poesia è tanto più "efficace" e ben costruita, quanto più è in grado di interpretare sentimenti ed emozioni universali. Le circostanze contingenti che ispirano la composizione dei miei versi rappresentano la mia personale "versione dei fatti", che non è detto coincida con l'interpretazione del lettore.​ ​ Il ruolo di chi compone poesie consiste semplicemente nel porgere la propria opera al pubblico, il quale, in definitiva, ne fa ciò che vuole.

3. Le emozioni rachiuse sono autobiografiche o ha qualche musa ispiratrice?

La mia poesia è sempre autobiografica; in tutta franchezza, ho difficoltà ad immaginare una poesia completamente "incontaminata"dal vissuto e dall'emotività del poeta...

4. Come si unifica una materia scientifica, quale lei ha studiato e per cui lavora, con la matera umanistica? Ha trovato difficoltà nell'interpretare ciò che il cuore pulsava?

Sono solita affermare che "qui dentro, abitiamo in due, e non ci parliamo".
Ha colto nel segno, la professione che mi onoro di esercitare - sono un chirurgo toracico - mal si concilia con la profonda sensibilità ostentata dalla poetessa che si rifugia clandestinamente nel mio camice.. Eppure, in effetti io sono entrambe le cose, ed anzi, la lettura e l'esegesi dei miei testi è per me uno strumento prezioso per operare una costante analisi introspettiva...Soprattutto, il quotidiano confronto con i pazienti e con le loro famiglie, la condivisione del carico emotivo della malattia, costituiscono un'insostituibile occasione di riflessione introspettiva...

5. Che rapporto ha con la narrativa, oltre a una silloge poetica ha pensato di scrivere un romanzo?

Avrà constato che sono esageratamente prolissa; la mia prosa sarebbe ridondante, carica di orpelli insopportabili. Preferisco risparmiarla al pubblico.

6. Quando trova il tempo di dedicarsi alla scrittura?

La mia vena poetica è un torrente in piena: compongo, in media, una poesia​ al giorno. Scrivo in maniera impulsiva, caotica, ribelle; i miei versi non conoscono stilemi di riferimento, sono recalcitranti alla disciplina della metrica e del "labor limae". Scrivo soprattutto la sera, o addirittura la notte, quando il buio silenzia il rumore di fondo della mia tumultuosa quotidianità, e finalmente resto sola coi miei pensieri..

7. Gentilmente, saremo grati di leggere una sua composizione poetica raccolta nella silloge. Può condividerla con i futuri lettori?

Molto volentieri.​

"TU"

Tu, che per amore ti vedevo biondo,
che nei miei occhi splendevi più del sole,
che eri un ragazzo, e mi sembravi grande,
che portavi l'estate in quella stanza..
Tu, che non mi hai mai chiamata col mio nome,
che mi guardavi, ma non mi vedevi,
che mi hai parlato per due volte appena,​
e non ho mai scordato la tua voce.
Tu, che hai cento limiti e nessuna colpa,​
che senza accorgerti m'hai strappato il cuore,
della mia morte sarai forse l'occasione,
ma della vita mia sei il solo amore.


8. Progetti per il futuro. La sua penna sta scrivendo o ha preso una pausa concentrandosi sull'ultimo progetto pubblicato?


La mia penna non conosce tregua, ed è costantemente protesa alla realizzazione di nuovi progetti.
Ho raccolto trenta nuovi componenti per una prossima raccolta poetica, il cui titolo sarà:​ "Pensieri di un'anima divisa".​

9. A quale grande autore del passato si ispira e a quale sono rivolte le sue attenzioni?

Ho una formazione classica, e durante il Liceo ho divorato le opere dei grandi poeti del passato..Ho adorato Alceo, Saffo, Orazio, Virgilio, tuttavia il mio cuore è da sempre ostaggio degli Stilnovisti, ed in particolare di Francesco Petrarca.​

Grazie di essere stati in nostra compagnia. Alla prossima intervista.

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