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Facebook: lotta all'odio o censura perchi è antigovernativo?

Pubblicato in Politica

In questo ultimo anno ed in particolare negli ultimi mesi, non trascorre giorno senza che qualche fruitore del noto Social network FACEBOOK venga censurato, sospeso, bloccato ed in alcuni casi bannato definitivamente. Certo alcuni utenti sono giustamente bloccati per Spam, ricordiamo che spesso accadeva avere il profilo ed i commenti intasati da fastidiose offerte di prestiti che lasciavano intravedere una forma di pubblicità forse non sempre legale, così come spesso ci si trovava con immagini poco edificanti nel proprio profilo, per cui ben vengano certe censure. La violenza imposta da culture che non hanno nulla a che vedere con la nostra, e che hanno inondato il Social di immagini terrificanti, hanno ancor di più contribuito a far si che i gestori del social, intensificassero e reprimessero coloro i quali hanno abusato di questo bello, ma terribile strumento. Ben venga quindi quando certe censure servono per eliminare certe immagini e reprimere certi comportamenti inqualificabili di alcuni utenti . Tuttavia negli ultimi mesi sembra invece che la censura di alcuni utenti l'eliminazione di alcuni post siano frutto di una censura non più per decenza o per aver intasato certi profili di pubblicità non gradita, bensì per motivi ideologici e politici, dal momento che sempre più il social viene utilizzato sia come informazione e diffusione politica, piaccia o no. Sembrerebbe infatti che troppi utenti, solo per aver scritto alcuni post a difesa della propria cultura, certamente nazionalista sia stata bloccata e censurata. Così come alcuni utenti solo perché nel corretto uso dell'informazione raggiungono un elevato numero di lettori, vengono anch'essi bloccati per periodi che vanno da 24 ore ad una intera settimana. Non è difficile stabilire se si tratta di spam o di diffusione di informazione corretta e spesso dovuta. Ciò che di più fa riflettere è il fatto che troppo spesso vengono bloccate persone di una corrente politica opposta alla corrente governativa. In pratica una vere dittatura socio politica, spesso impropriamente giustificata se da alcune fonti, o aspramente criticata da altre. Tra i casi più frequenti si ha la censura di chi scrive contro una presunta invasione da parte dei clandestini che continuamente continuano a riversarsi nelle nostre coste ed a commettere degli efferati crimini, o la censura di chi scrive contro esibizionismi di tipo omosessuale sempre più dilagante. Il contrapporsi a queste culture, tra l'altro imposte dal leggi volute semplicemente dall'attuale Governo per loro ideologici motivi, ma indigeste per la maggioranza degli Italiani, viene mal tollerato dal Social Network, che immediatamente interviene secondo una non ben definita scala di " Reato". Colui che scrive viene identificato come razzista, omofobo, xenofobo. Negli ultimi periodi, si sta avendo un incremento della censura, per di più identificando certi comportamenti come nazisti e fascisti, pur non avendo nulla a che vedere con certi periodi storici, oramai già trascorsi e dove nemmeno i nostalgici forse più si sarebbero identificati, essendovi in ogni caso una evoluzione . Quel che è peggio tuttavia che la politica Governativa, alcuni Ministri, politici costituenti la maggioranza di Governo cavalca sempre di più queste assurde tesi per far censurare coloro i quali non sono allineati al loro pensiero. Tutto ciò come ovvio mina fortemente ogni forma di democrazia e di libertà, pur nel rispetto dell' espressione delle proprie opinioni che devono essere libere certamente purché non offendano nessuno. Il censurare continuamente coloro i quali sono in disaccordo con il volere governativo, ha innescato una deriva di latente violenza sempre più percepibile e percepita, dove da un lato si ha l'immediata repressione, dall'altro invece si ha la certezza di poter asserire e dire anche violentemente ciò che si vuole impunemente. L'efferatezza di questa diatriba pericolosissima ha culmine in un fatto di cronaca avvenuta in questi giorni. Un fotografo, violando ogni forma di riservatezza e contravvenendo al divieto di fotografare in prossimità di obiettivi militari, ha immortalato una bandiera Asburgica della prima guerra mondiale appesa nella camerata o stanza di un Carabiniere appassionato di storia. Immediata ed IMMOTIVATA se non strumentale ed ideologica, la reazione di un Ministro che ha scambiato la bandiera per simbolo Nazista e ha chiesto l'immediato intervento dei Carabinieri per un esemplare provvedimento. Probabilmente la finalità ideologica del ministro è quella di sollevare un problema inesistente ma che possa distogliere l'interesse della popolazione su problemi ben più gravi. Sui social si è scatenata una accesa difesa del militare, e in tanti sono stati inspiegabilmente sospesi e bloccati. La cosa che fa riflettere è il fatto che non viene bloccato chi deliberatamente offende ed incita alla violenza ma fa parte del…. Pensiero governativo. Ecco una discussione non censurata e presente sul social. - ND scrive: "I nazifascisti sono dei malati che appartengono ad una razza inferiore. Sono degli animali sottosvilupati, il cancro della nostra societa'... I partigiani, gli americani ed i russi hanno sbagliato... Dovevano ammazzarli tutti nel 1945..." - Risposta di un Utente : "Queste affermazioni sono degne di quei nazisti che dici di voler osteggiare ma che in pratica ammiri ed invidi dal momento che utilizzi lo stesso linguaggio e vorresti imitarne i loro metodi .... quando si da fiato alla bocca bisogna prima accendere il cervello..." -ND risponde: "Ma tu perche' non lo accendi mai? E quasi dimenticavo... W Piazzale Loreto! Alla faccia di ogni merda!!!" Si grida allo scandalo e si censurano immagini che ritraggono politici governativi vilipesi o frutto di fotomontaggi indecenti, ma nessuna censura per chi invece chi ha pubblicato un leader dell'opposizione legato ed imbavagliato con lo sfondo di una bandiera delle Brigate Rosse, quasi a istigare una violenza nei confronti dell'esponente politico. E' inevitabile dedurre che i due pesi diversi hanno una precisa volontà politica cui Facebook si sta prestando, in particolar modo vicino ad eventuali elezioni politiche. Insomma, un governo che dice di condannare l'odio emette alla sbarra chi dall'opposizione osa ribellarsi, ma dimentica di condannare severamente chi non essendo all'opposizione incita in maniera efferata all'odio più profondo.