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Gli auguri, manifestazione affettuosa ormai priva di significato

Pubblicato in Società

Più volte ho affrontato il tema della…"rincorsa" agli Auguri, ed eccomi, a Pasqua trascorsa, ad alcune riflessioni peraltro suscitate da un fatto realmente accaduto e che mi ha visto, mio malgrado, spettatore. BUONA PASQUA? Certo, auguriamoci certamente Buona Pasqua ma carichiamo questo "augurio" davvero di "munizioni"...calibro 3000 parabellum! Un ...signore, l'altro giorno si lamentava col Sacerdote della "lunghezza" della sua omelia, "vomitando" in direzione del malcapitato ogni genere di invettiva...! Mah, forse alticcio, certamente fuori di testa e da ricoverare urgentemente! Ci rendiamo conto di quanto male fa il pressapochismo, lo sconfinato materialismo, l'ipocrisia, il credere che solo entrando in una Chiesa ci si "lava" la coscienza da ogni sorta di malefatta piccola o grande che sia? O col fare semplicemente gli auguri? Col pretendere omelie brevi si tradisce la sostanziale abitudine che ci si reca a Messa in funzione non già della necessità di apprendere "qualcosa" ed orientare la propria vita a qualcosa di diverso e di più straordinario, ma solo per "inerzia", senza ALCUN senso! E questo vale pure per gli AUGURI, che oramai sono parte di una infinita CATENA DI S. ANTONIO e la necessità, quindi, di "caricare" con munizioni calibro…3000 questi nostri auguri, dando quindi un vero "senso" e un vero "significato profondo" ad una manifestazione affettuosa ma che spesso è solo ripetitiva. L'augurio che quindi viene più spontaneo, proprio con riferimento a questo fatto così increscioso ma che non è un fatto isolato, è che davvero la nostra vita sia orientata a far grandi cose, certamente a dare sostanza ed esagerate forme al nostro agire!