Elezioni a Ostia, vincono i Grillini come Roma. Stesso copione: muore Sansone con tutti i Filistei

Pubblicato in Politica

Che alle elezioni ad Ostia, per eleggere il Presidente della circoscrizione del Municipio romano grande quanto una città, avesse vinto il candidato del Movimento 5 stelle, era pressoché scontato e chiaro a chi mastica un po’ di politica senza lasciarsi coinvolgere emotivamente.

Le elezioni prima del ballottaggio avevano dato delle precise indicazioni escludendo i candidati di sinistra ed il candidato di CasaPound, che comunque aveva ottenuto un buon risultato frutto di una incisiva presenza sul territorio ed azioni riconosciute valide dai cittadini.

A contendersi la partita erano quindi rimasti: il Movimento 5 Stelle con la sua candidata Giuliana Di Pillo e Fratelli d’Italia Monica Picca.

Situazione opposta alle elezioni per il Sindaco di Roma del 2016 dove al ballottaggio si presentarono La Raggi per il Movimento 5 Stelle e Roberto Giachetti per il PD.

Quello che era accaduto per le elezioni del sindaco di Roma si è ripetuto in maniera opposta per l’elezione del Presidente del municipio di Ostia, quindi il copione che hanno portato in entrambi i casi all’elezione dei candidati Pentastellati è identico pur essendo invertiti i candidati inseguitori.

Nel giugno 2016 fu il centrodestra, escluso dalla competizione ad appoggiare, non in maniera ufficiale il candidato Grillino, mentre il candidato della sinistra Fassino anchèsso fuori dalla partita, veniva accusato di aver favorito alla sconfitta del candidato del PD.

Domenica 19 novembre è invece la candidata della destra risultata sconfitta, ad accusare Casapound di non averla sostenuta non considerando che quasi sicuramente i voti della sinistra sono confluiti nella candidata Pentastellata.

In pratica lo stesso gioco ma a condizioni inverse.

Assolutamente ininfluente , per quanto si voglia dire, il caso Spada avvenuto nel mezzo tra le due tornate elettorali.

Lo dimostra il fatto che qualcuno avrebbe voluto associarlo a Casapound, come da fotografie in compagnia del suo Leder e candidato, mentre da dichiarazioni dello stesso sembra appoggiasse il Movimento 5 Stelle, documentate da numerose registrazioni.

Tuttavia se analizziamo le due situazioni analoghe anche se opposte, in maniera seria e riflessiva, ci si accorge che parliamo di realtà estremamente complicate dove il vincitore trova di fronte situazioni di difficile risoluzione ed obbligato, se ne ha la forza e la competenza, a fare scelte forti e senza un concreto appoggio del governo centrale.

Roma con deficit spaventoso, degno di una finanziaria ad hoc.

Il Municipio di Ostia con una corruzione ed infiltrazioni malavitose da brivido.

Quindi si è lasciato vincere chi essendosi proclamato da sempre come salvatore del popolo, ancora una volta resterà nell’immobilismo più totale, lasciando i cittadini nella più buia solitudine ed ingovernabilità, come ha già abbondantemente dimostrato a Roma.

Chi subirà le conseguenze di questa drammatica realtà non sono altro che i cittadini, i quali scevri dalle logiche di partito che nominano candidati non riconosciuti, disertano le elezioni dimostrando così tutti i limiti di una politica non attenta alla comunità, ma solo a gli ordini di partito.

Che sia andato a votare solo il 33% degli aventi diritto al voto la dice lunga, si registra drammaticamente che in una sezione di circa 900 votanti solo 2 voti ,.

Nemmeno l’esempio della Sicilia è stato propedeutico, dove alle logiche dei partiti ciò che ha trascinato e definito la votazione è stata la valenza del candidato eletto.

Un monito a tutti, in vista delle prossime elezioni POLITICHE, ammesso che riusciremo a votare.

 

Archivio Giornale

Seguici su Facebook