Venerdì, 03 Maggio 2024 13:22

Alopecia, un vero disagio psicologico

Pubblicato in Salute

La calvizie è una fra le patologie più comuni che colpisce circa l'80% dei maschi ed il 50% delle femmine, nel corso della vita. La frequenza aumenta con l’età: a 30 anni interessa il 30% degli uomini, a 50 anni il il 50%, a 70 anni l’80%. Nella donna è più frequente dopo la menopausa ma, negli ultimi 10 anni, l’età media si è notevolmente ridotta. Nei casi più gravi esordisce intorno ai 18 anni nel maschio ed ai 14-15 anni nella donna, provocando un notevole diradamento dei capelli prima dei 25 anni. Spesso causa di problemi psicologici soprattutto nei giovani, è anche detta "alopecia androgenetica" in quanto, la sua comparsa, è dovuta a due componenti concomitanti:

  • ANDRO: ormoni androgeni (ormoni maschili),
  • GENETICA: predisposizione genetica (cioè ereditaria).

Nell'uomo però, la calvizie non dipende da un eccesso di ormoni androgeni ma da una maggiore sensibilità del capello a questi. Gli affetti, quindi, non hanno livelli ematici di androgeni più alti rispetto ai coetanei sani ma, semplicemente, ne sono più sensibili agli effetti. E' inutile dunque effettuare esami ormonali. Anche la donna produce ormoni androgeni sebbene in concentrazioni inferiori. La calvizie femminile può quindi essere conseguenza di un eccesso di ormoni maschili o di un’eccessiva sensibilità del capello a livelli di androgeni assolutamente normali. Parametri fisiologici di esami ormonali non escludono, però, la diagnosi di alopecia androgenetica (il 50% delle donne affette hanno esami ormonali assolutamente normali). La sensibilità dei capelli dipende essenzialmente da un enzima, la 5 alfa reduttasi, che trasforma il testosterone, l'androgeno maschile per antonomasia, nel suo derivato più potente il diidrotestosterone o DHT. I follicoli delle aree del cuoio capelluto affette, producono una maggiore quantità di enzima 5 alfa reduttasi e generano, quindi, più DHT rispetto a quelli delle aree non colpite. La predisposizione genetica determina la sensibilità del follicolo agli ormoni maschili e quindi influenza l'età di comparsa e la gravità della calvizie. Soggetti geneticamente predisposti, quindi, sono affetti da forme severe già in età giovanile. I geni interessati sono ancora sconosciuti; si tratta, comunque, di una malattia poligenica, cioè causata da componenti diverse. L’ereditarietà è ascrivibile ad entrambi i genitori, da qui più gravi i casi in cui sia padre quanto madre risultino affetti. Studi recenti attestano che un’ereditarietà materna è comunque più “dannosa”. Nella donna, che fisiologicamente ha livelli di ormoni maschili più bassi, sono infatti necessari più geni predisponenti che nell’uomo, affinchè la malattia si manifesti. I farmaci per arrestare ed invertire il diradamento dei capelli sono sempre più richiesti. La calvizie è, infatti, spesso vissuta con profondo imbarazzo da ripercuotersi in modo più o meno negativo sulla psicologia della persona. Per il trattamento dell'alopecia androgenetica maschile, sono utilizzati essenzialmente tre farmaci (tenendo ben presente l’irreversibilità della patologia):

  • Finasteride (es. Prostide, Proscar, Propecia, Sitas, Finerid),
  • Alfatradiol: similmente alla finasteride, agisce come inibitore dell'enzima 5-alfa-reduttasi,
  • Minoxidil  (es. Loniten, Minoximen, Carexidil, Aloxidil, Regaine, Minovital).

Tuttavia, nell’ultimo decennio, sempre più persone abbandonano la cura farmacologica ricorrendo invece alla chirurgia. Le tecniche di autotrapianto si sono perfezionate nel corso degli anni ed oggi è possibile ottenere risultati estetici eccellenti mediante le tecniche dei mini e microinnesti.