Giovedì, 02 Maggio 2024 10:38

#Ioviaggiodasola: la colpa di essere donna

Pubblicato in Società

"Ayer me mataron" - "Ieri mi hanno uccisa". Con questo post su Facebook, Guadalupe Acosta fa parlare chi non ha più voce né parole da urlare al mondo. "Ho impedito che mi toccassero e con un bastone mi hanno bucato il cranio. Mi hanno dato una coltellata e hanno lasciato che morissi dissanguata. Come immondizia mi hanno messo in una sacco di plastica nera, avvolta con del nastro adesivo e lasciata su una spiaggia, dove mi hanno trovata ore più tardi" - così continua Guadalupe, raccontando la storia di Josè Maria Coni e Marina Menegazzo, due turiste argentine in vacanza in Ecuador, uccise a fine febbraio da due uomini che si erano offerti di ospitarle dopo che erano rimaste a corto di denaro. Una sola triste storia, due vite rimaste incompiute. La giovane studentessa paraguaiana ha deciso di raccontare l'omicidio delle due ragazze argentine calandosi nei panni delle vittime, parlando in prima persona, per Josè Maria e Marina e per tutte le donne del mondo. "Ma peggio della morte è stata l'umiliazione che è venuta dopo […] Hanno iniziato a farmi domande inutili. A me, ve lo immaginate? Una morta che non può parlare e che non può difendersi. Come eri vestita? Perché eri sola? Perché una donna viaggiava senza accompagnatore? Sei andata in un quartiere pericoloso, cosa ti aspettavi? […] E solo da morta ho capito che per il mondo io non sono uguale a un uomo. Che morire è stata una mia colpa, che lo sarà sempre." Accuse estese anche ai loro genitori, ritenuti colpevoli di aver concesso alle proprie figlie libertà e indipendenza. Conquiste che, in realtà, sarebbero auspicabili per qualsiasi essere umano, quale che sia il suo sesso. Le parole di Guadalupe diventano così una denuncia contro i tanti commentatori social che hanno accusato le due giovani di essersela 'andata a cercare'. Una denuncia diventata virale: il post è stato condiviso oltre 700mila volte, dando il via a un dibattito e innescando una valanga di tweet con l'hashtag #Viajosola, nuovo simbolo del diritto delle donne a viaggiare in sicurezza. Mentre la storia di Maria e Marina è finita qui, quella del pregiudizio senza tempo, invece, si ripete ancora. Viaggiare da sole, sentirsi indipendenti ed esprimere se stessi non è sbagliato. Uccidere qualcuno lo è. Le donne di tutte il mondo da domani continueranno a viaggiare con un obiettivo in più da realizzare, affinché questa sia davvero una società civile, perché, come scrive Gaudalupe rivolgendosi a Josè Maria e Marina da parte di tutte le donne del mondo: "vi promettiamo che un giorno diventeremo così tante che non esisteranno sacchi sufficienti per zittirci tutte".

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