Donne e Scienza: L'11 Febbraio una giornata per ricordarne il valore

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In attesa della nota ricorrenza dell'8 marzo, c'è un'altra data - forse meno nota - che tutto il mondo ha deciso di dedicare alle donne. L'11 febbraio si è celebrata, infatti, la Giornata Internazionale delle donne e delle ragazze nella Scienza indetta nel 2015 dalle Nazioni Unite, un evento mondiale che mira a superare gli stereotipi di genere ancora persistenti e nell'accesso e nei percorsi di carriera nelle discipline Stem (Science, Technology, Engineering, Mathematics). Giunto ormai alla sua terza edizione, l'evento è stato istituito con lo scopo di sensibilizzare e invitare gli Stati membri, le università, la società in generale "a promuovere la piena ed equa partecipazione di donne e ragazze nelle scienze, in materia di istruzione, formazione, occupazione e processi decisionali". A precedere la ricorrenza, è stato il Forum Equality and Parity in Science for Peace and Development, tenutosi l'8 e il 9 febbraio presso la Sede Generale delle Nazioni Unite, a New York, con la partecipazione di esperte mondiali in tutti gli ambiti disciplinari. Obiettivo del forum è stato quello di valorizzare e riconoscere il ruolo delle donne per il raggiungimento degli Obiettivi per lo Sviluppo sostenibile contenuti nell'Agenda 2030 delle Nazioni Unite. La Giornata Internazionale delle donne e delle ragazze nella scienza vanta anche una pagina web ufficiale, profili social dedicati e un vasto programma ricco di iniziative in diversi paesi, Italia compresa. Un esempio è stato quello del Museo della scienza interattivo e sperimentale di Trieste, gestito per l'occasione da uno staff tutto al femminile con riduzioni e sconti riservati alle donne. A Roma, invece, l'associazione Scienza Divertente ha promosso una giornata di sensibilizzazione all'interno della Casa Internazionale delle Donne, in cui bambini e ragazzi dai 5 ai 12 anni hanno avuto l'opportunità di divertirsi imparando a conoscere la scienza. La decisione di istituire questa Giornata nasce in seguito ad alcuni studi statistici che le stesse Nazioni Unite hanno diffuso. Infatti, nonostante i traguardi raggiunti ultimi anni contro le disparità di genere, le donne e le ragazze continuano a trovare diversi ostacoli nell'ambito lavorativo, nello specifico nelle Stem, in alcuni casi con una vera e propria esclusione da una partecipazione piena alle discipline scientifiche. Secondo quanto sostenuto dall'Onu, sono le donne stesse a scegliere meno degli uomini percorsi educativi e di carriera in questo ambito e, nel momento in cui lo fanno, ricoprono posizioni meno prestigiose e meno remunerate dei colleghi uomini, nonostante risultati accademici in media migliori. Sveva Avveduto, dirigente di ricerca dell'Istituto di Ricerche sulla Popolazione e le Politiche Sociali del Cnr e presidente dell'associazione Donne e Scienza, evidenzia come attualmente le discriminazioni di genere non riguardino tanto il primo accesso all'università quanto la progressione di carriera. Ancora oggi, i livelli più alti di docenza negli atenei e di ricerca negli enti sono per lo più predominio dei maschi. Il primo passo sarebbe favorire la consapevolezza del problema, sia tra le donne sia tra gli uomini. Al tal proposito, l'Infn (Istituto nazionale di fisica nucleare), l'Ingv (Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia) e il Cnr (Consiglio nazionale delle ricerche) si stanno muovendo attraverso piani di azioni positive, principale mezzo per contrastare la disparità e innescare cambiamenti culturali. Si interviene a lungo termine, dunque, non più sulla singola persona ma sulle istituzioni, affinché si impegnino in prima linea contro le discriminazioni. Un esempio: tenendo conto del periodo di maternità o istituendo corsi di formazione e sensibilizzazione in un'ottica di genere per chi fa parte di commissione di esami e reclutamento. Di sicuro un'iniziativa e una politica di genere notevole, in un'epoca in cui la tutela del lavoro così come la possibilità stessa di accedervi, risulta indispensabile. Per entrambi i sessi, a dirla tutta. Sorge però spontanea una riflessione: com'è possibile che sia ancora necessario istituire giornate celebrative e commemorative per evidenziare certe problematiche? Diritti e parità, i quali dovrebbero essere ormai scontati, sono ancora un lontano miraggio. E le prime a non esserne consapevoli, spesso, sono proprio le donne. È proprio quando non sarà più necessario ricordare e sottolineare al mondo che esiste la parità che forse, questa, potrà diventare davvero reale.

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