Giovedì, 02 Maggio 2024 15:14

Italia e affidi: la rivolta dei genitori

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dati italiani sono agghiaccianti: secondo le stime dell’Associazione Nazionale Pedagogisti Familiari, sono circa 500mila i minori affidati ai Servizi Territoriali in Italia, su 460 mila bambini che nascono ogni anno nel nostro Paese. Di questi, circa 50 mila sono costretti a vivere in casefamiglia, a differenza di altri paesi quali Germania (circa 7 mila), Francia (circa 5 mila) o Spagna (circa 4 mila). Dato significativo, se si aggiunge che questi paesi hanno una popolazione decisamente più numerosa di quella italiana, ma numeri nettamente inferiori. I recenti casi di Bibbiano e di Laura Massaro - che ha denunciato i servizi sociali e vinto in appello la battaglia per l'affidamento del figlio, costretto da un sentenza del giudice a vivere con un padre violento - aprono la strada a indagini approfondite sul sistema italiano di affido e collocamento di figli di genitori separati. E, di conseguenza sul ruolo e la competenza di assistenti sociali e istituzioni. Da qui, la nascita di un “Comitato Orfani di genitori in vita”, fondato a Milano da Ginevra Battistini, giornalista professionista in causa con il marito, dirigente di una cooperativa sociale milanese, perchè privata dei suoi figli da oltre 19 mesi. Il comitato ha richiesto all’Assessorato alle Politiche Sociali di Milano di avviare un’indagine imparziale sugli affidamenti dei bambini, oltre alla preparazione di una class action affinchè lo stato italiano risarcisca chi è stato ingiustamente privato dei propri figli. C'è, inoltre, l'idea di estendere il movimento al di là del territorio milanese e rendere la lotta nazionale, proprio sulla base dei numerosi casi di cronaca oltre a quelli già citati (si aggiungano anche quello di Giada Giunti e Ginevra Amerighi). A tal proposito, il Comitato ha richiesto anche un incontro con la segretaria della Commissione Parlamentare per l’Infanzia e l’Adolescenza, l’onorevole Veronica Giannone. La Battistini, fondatrice del Comitato, è spinta da una particolare esigenza di tutelare in particolar modo le mamme: “in genere le donne si rivolgono alle istituzioni per avere protezione in caso di mariti, compagni o padri violenti o addirittura in caso di stupro dei propri figli. E si ritrovano in un ambiente dove la misoginia è all’ordine del giorno”. Ecco quanto affermato dalla donna, schierata anche contro il senatore Simone Pillon, mediatore familiare e autore colpevole – a sua detta - di un DDL che rischia di riportare il diritto di famiglia indietro di 50 anni.

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