Venerdì, 19 Aprile 2024 14:36

Salute, la febbre gialla

Pubblicato in Salute

La febbre gialla è provocata da un virus appartenente al genere Flavivirus, cui appartengono anche quelli responsabili della dengue e dell'encefalite giapponese. La malattia, che colpisce principalmente gli esseri umani e le scimmie, si trasmette mediante puntura di zanzare Aedes. Va, comunque, precisato che l'infezione non si trasmette direttamente dal virus all'uomo: le zanzare sono, infatti, i vettori; sono, quindi, responsabili della trasmissione del virus all'essere umano. La malattia è endemica nelle aree tropicali dell'Africa, del Centro e del Sud America. Generalmente presenta due fasi distinte, ognuna delle quali caratterizzata da particolari sintomi; il più delle volte il periodo d'incubazione varia dai 3 ai 6 gg. Nella prima fase, chiamata viremica, il soggetto, contagiato dalla zanzara infetta, lamenta febbre associata a brividi, mal di testa, marcata bradicardia (riduzione della frequenza cardiaca al di sotto del range di normalità), mal di schiena, nausea ed iperemia congiuntivale. La seconda (tossica, la più pericolosa e mortale nella metà dei pazienti diagnosticati) è sempre accompagnata da febbre - nel caso di malattia sintomatica - ed esordisce con ittero, acidosi, oliguria, emorragie e proteinuria. Il più delle volte, la febbre gialla si manifesta con una triade sintomatologica, caratterizzata da ittero, proteinuria ed emorragie. Nei casi di maggior severità, i sintomi sopraccitati sono accompagnati da ipoglicemia, coma epatico/ renale e coagulopati. Talvolta, la febbre gialla esordisce con sintomi del tutto sovrapponibili a quelli della febbre tifoide (da qui, il sinonimo tifo itteroide della febbre gialla). I decessi si manifestano nel 20% dei casi gravi; in particolari epidemie si può arrivare all''80% di mortalità. Il 50% dei pazienti in fase tossica muore, di solito, entro 2 settimane dalla comparsa dei sintomi. La mortalità è maggiore nei più giovani. Il tasso di mortalità è più basso nelle epidemie (5%). Segno prognostico sfavorevole è la precoce comparsa e la severità dell'ittero (3º giorno). L'aumento delle transaminasi è direttamente proporzionale al danno epatico ed è un segno prognostico sfavorevole. La diagnosi può rivelarsi alquanto complessa per i casi isolati. Nei tropici la malattia viene diagnosticata clinicamente, osservando, cioè, i sintomi ed è confermata dall'isolamento del virus dal sangue (identificazione mediante PCR del'RNA virale durante la fase acuta), da un titolo anticorpale in aumento (le IgM appaiono entro 5 giorni dalla comparsa della malattia; il confronto dei dati sierologici nella fase acuta e in convalescenza conferma la diagnosi), o, all'autopsia, dalla caratteristica necrosi delle cellule epatiche nella zona intermedia del lobulo. L'agobiopsia del fegato, su paziente affetto, è controindicata per l'elevato rischio di emorragie. Non esiste, purtroppo, una terapia universalmente efficace; a tal proposito, si parla di terapia sintomatica. Attualmente la Ricerca scientifica sta effettuando studi sull'eventuale effetto dell'interferone e della ribavirina nella terapia. In caso di severità, è ipotizzabile l'eventualità di un trapianto di fegato. La febbre gialla è una malattia che si può prevenire mediante vaccino 17D (AntiMarillico). Prodotto mediante virus vivo attenuato, induce, con una sola dose, una immunità duratura (almeno 10 anni). È l'unica vaccinazione soggetta a regolamento obbligatorio internazionale. E' fondamentale, dunque, proteggersi dalle punture di zanzara (queste, assieme a mosche, moscerini, pappataci, zecche, cimici e molti altri insetti possono causare fastidio, reazioni cutanee o trasmettere malattie), dal momento che nessun farmaco o vaccino è, attualmente, in grado di garantire una protezione totale dal rischio di malattie trasmesse da insetti.

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